Viotti Festival – BEETHOVEN 2.0 – L’ARCIDUCA – Sabato 25 gennaio 2020

Sabato 25 gennaio 2020
Teatro Civico, via Monte di Pietà 15, Vercelli – ore 21
Concerto in abbonamento

Trio Metamorphosi:

Mauro Loguercio (violino), Francesco Pepicelli (violoncello), Angelo Pepicelli (pianoforte)

IL GENIO MAESTOSO: BEETHOVEN RILETTO DAL TRIO METAMORPHOSI

Quattordici Variazioni in mi bemolle maggiore sopra un tema originale op. 44
Trio in do minore op. 1 n. 3
Trio in si bemolle maggiore op. 97 L’Arciduca

Sicuramente, una rassegna come il Viotti Festival di Vercelli deve rispondere alle attese e alle esigenze del pubblico, tanto più quando si tratta di spettatori fedeli e affezionati come quelli dell’attuale XXII edizione.

Ma deve anche, ed è altrettanto importante, portare l’ascoltatore sempre un po’ più in là, più avanti di quanto si sarebbe aspettato, attingendo all’inesauribile incanto del repertorio classico.

È proprio questo il compito dei numerosi cicli monografici presenti nel cartellone del Festival. E siccome nel 2020 si celebra il 250esimo anno dalla nascita di Ludwig van Beethoven , come non pensare a un modo per onorare degnamente questa ricorrenza, facendo allo stesso tempo un regalo al pubblico vercellese?

Ecco dunque nascere la serie Beethoven 2.0, il cui primo atto andrà in scena al Teatro Civico (ore 21, concerto in abbonamento) il prossimo sabato 25 gennaio.

E non sarà assolutamente un Beethoven come tanti altri: lo garantiscono sia il programma, interamente dedicato ai Trii , esempi perfetti dell’arte beethoveniana e ricchi di squarci di suprema bellezza, sia gli interpreti, ossia il Trio Metamorphosi, tra le formazioni cameristiche di spicco nel panorama internazionale e già più volte acclamati al Viotti Festival.

Il programma della serata risponde in pieno alle aspettative musicali più elevate.

Il concerto si aprirà infatti con le avvincenti Quattordici Variazioni, composte verosimilmente nel 1792 e fitte sia di spunti originali nel trattamento degli strumenti, sia di passaggi fantasiosi e accattivanti.

Si passerà quindi al Trio op.1 n.3, opera di un Beethoven appena venticinquenne, ma già tanto maturo quanto radicale e innovativo nelle scelte stilistiche.

Tanto innovativo che l’autore venne, si narra, dissuaso dal suo ex maestro Haydn dal pubblicare questa composizione.

Consiglio che per fortuna Beethoven non seguì, consegnandoci così un’opera dai toni a tratti drammatici e inquietanti, fitta di contrasti e dai palpiti già pienamente romantici.

Perfetta conclusione di un programma tanto ambizioso, e in linea con la scelta del Festival di offrire in ogni concerto almeno una delle “hit classiche” più conosciute e amate dal pubblico, ecco il celeberrimo Trio op.97, detto L’Arciduca dal titolo del dedicatario Rodolfo d’Asburgo, fratello dell’imperatore Leopoldo II e fraterno amico di Beethoven.

Composto nel marzo del 1811, è una pietra miliare nella letteratura musicale per trio, e l’ascolto conferma appieno questo giudizio: grandioso, limpido e sereno in apertura, il discorso musicale si apre nello Scherzo su un tema di inarrivabile, gioiosa freschezza, per passare quindi nell’Andante cantabile a offrire un saggio strepitoso della “variazione integrale” beethoveniana e chiudere con un giustamente famoso quanto sublime esempio di assoluta, quasi ultraterrena bellezza.

CURRICULUM ARTISTICO:

“Penso che siate un grande Trio”: così Antonio Meneses, violoncellista del celebre Trio Beaux Arts, parla del Trio Metamorphosi, composto da Mauro Loguercio e dai fratelli Angelo e Francesco Pepicelli.

E anche altri illustri esponenti della musica cameristica, da Renato Zanettovich, violinista del Trio di Trieste, a Bruno Giuranna, si esprimono in modo più che lusinghiero a riguardo di questa formazione.

Il nome del Trio è un omaggio al processo continuo di cambiamento, così necessario in ambito artistico, e intende sottolineare la progressiva crescita di un complesso cameristico mai schiavo dell’abitudine, anzi, sempre pronto a mettersi in gioco con la volontà di creare prospettive di unicità in ogni performance.

I tre musicisti vantano anche altre esperienze cameristiche di primissimo piano: in duo (violoncello e pianoforte), in quartetto d’archi, nonché collaborazioni con artisti del calibro di Magaloff, Pires e lo stesso Meneses.

Si sono esibiti in numerose fra le sale più prestigiose del mondo, dalla Philharmonie di Berlino al Teatro alla Scala di Milano, dalla Salle Gaveau di Parigi alla Suntory Hall di Tokyo, dalla Carnegie Hall di New York al Coliseum di Buenos Aires.

A livello discografico, il Trio Metamorphosi è parte del catalogo DECCA.

Per tale prestigiosa etichetta ha registrato l’integrale per trio di Schumann (il primo CD è uscito nell’ottobre 2015, il secondo nell’ottobre 2016).

Nel 2017 è stato pubblicato il cd DECCA Scotland, con una selezione di Arie e Lieder scozzesi di Haydn e Beethoven, in collaborazione con il mezzosoprano Monica Bacelli, mentre nel 2019 hanno visto la luce i primi due dei quattro cd del nuovo progetto dell’integrale beethoveniana per trio (prima incisione di un trio italiano in tutta la storia dell’etichetta DECCA), che vedrà la conclusione nel dicembre del 2020.

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